Dimensione sarda portata allo scoperto.

Relazione sull'esperienza della classe all'Archivio di Stato

Quanti di noi si sono chiesti perché nei classici manuali di storia non sia presente la Sardegna? O anche, che ruolo ha ricoperto la nostra isola nel passato? A queste domande tenta di rispondere continuamente l’Archivio di Stato di Cagliari, ufficio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L’obbiettivo che si pone questa struttura è principalmente quello di far conoscere la “dimensione sarda” cioè la storia delle istituzioni sarde, mettendo a disposizione dell’utenza una molteplicità di documenti che vengono conservati e inventariati per rendere più agevole la loro consultazione. In Sardegna sono presenti quattro Archivi di Stato, uno per ogni provincia, anche se il più corposo e il più importante è senz’altro quello di Cagliari, città che è stata per molti anni capitale del Regnum Sardiniae, regno che ebbe inizio con la conquista catalano-aragonese dell’isola e proseguì poi senza soluzione di continuità con il dominio spagnolo, un breve periodo di governo austriaco seguito poi dal periodo di dominazione sabauda dal 1720 sino al 1848 cioè alla cosiddetta “fusione perfetta” con il Piemonte.
Ma come funziona veramente un Archivio di Stato ? Che tipo di documenti troviamo in un Archivio? In questo ente viene conservata, oltre alle carte prodotte dagli uffici dello Stato nel periodo postunitario, la documentazione relativa agli avvenimenti preunitari, cioè a tutto ciò che è stato prodotto dalle istituzioni che hanno governato politicamente ( governatori e viceré) o amministrato l’isola ( procuratori reali, intendenti generali) comprendendovi anche gli organi d’amministrazione della giustizia. Prendendo in considerazione il periodo sabaudo che riguarda la nostra ricerca, esisteva un ufficio, chiamato Regia Segreteria di Stato e di Guerra con sede a Cagliari, che aveva il compito di redigere gli atti relativi agli affari politici e giuridici dell’isola di competenza viceregia in collegamento con le segreterie e i dicasteri torinesi. Questo continuo scambio di istruzioni ha prodotto una documentazione corposa che è stata descritta nell’ Inventario della R. Segreteria di Stato redatto da Francesco Loddo Canepa ( 1887- 1966) che fu professore universitario e direttore dell’Archivio di Stato di Cagliari. Occorre pensare a questo inventario non come a una semplice lista di eventi, ma come ad una descrizione analitica che ci aiuta a capire e ad analizzare tutto il materiale archivistico del fondo della R. Segreteria di Stato: atti ricevuti, atti spediti, atti originali e atti in copia. Su questa base si può anche dire che a Torino, presso l’Archivio di Stato, sia conservato per un certo periodo un archivio complementare a quello di Cagliari.
Un’ altra istituzione importante per la ricostruzione storica del triennio rivoluzionario è quella della Reale Udienza di Sardegna, creata nel 1564 come tribunale supremo del Regno con competenze civili e penali che mantenne sino al 1848; nel corso del tempo assunse anche attribuzioni politiche e amministrative e tra queste l’esercizio dell’autorità viceregia, in caso di vacanza della carica. E’ questo il ruolo di fondamentale importanza che assume dopo il 28 aprile 1794 (cacciata del viceré e dei funzionari piemontesi dalla Sardegna) quando, per la prima volta, diventa il più alto organo di governo dell’isola con un atto in qualche modo rivoluzionario perchè, per quanto fosse consentito dalle leggi del Regno, non era mai accaduto prima che la Reale Udienza pretendesse di esercitare tale autorità, per di più in questo caso, dopo la destituzione del viceré. Infatti era accaduto che nel corso del Settecento fossero morti due viceré in carica ma si era provveduto secondo una prassi consolidata secondo la quale il sovrano nominava,insieme al nuovo viceré, un suo sostituto, in caso di assenza o di decesso, consegnando un plico chiuso al Reggente la Reale Cancelleria. Questo mutamento governativo è possibile verificarlo e dimostrarlo anche con gli atti che ci sono rimasti: difatti è presente un “buco” nell’Inventario della R. Segreteria di Stato dove il Loddo Canepa ha annotato che, per il periodo che va dal 30 aprile al 24 settembre1794, governando la Reale Udienza con autorità viceregia, i dispacci che mancano si trovano nell’archivio di quella magistratura.
Molto importante fu anche il ruolo esercitato in questo periodo dal Parlamento, istituzione che aveva caratterizzato l’ordinamento giuridico del periodo aragonese e spagnolo; la documentazione degli atti dei Parlamenti riguarda le richieste degli Stamenti militare, ecclesiastico e reale che venivano presentate al viceré ed approvate poi dal sovrano. Oltre che come istituzione in generale, le riunioni degli stamenti furono molto importanti a partire dal gennaio 1793 quando lo stamento militare decise di autoconvocarsi impegnandosi a finanziare nuovi arruolamenti e procurando provviste e attrezzature per poter contrastare la minaccia francese. Possiamo ricordare, parlando appunto dello stamento militare, il marchese Francesco Maria Asquer, signore di Flumini che finanziò le spese per la lotta contro i francesi; queste informazioni, non sono di carattere generale e riguardano specifiche vicende, possono essere raccontate e toccate con mano grazie anche agli archivi privati, come quello della famiglia Asquer, che vengono donati o depositati nell’Archivio di Stato.
Tutte queste informazioni sulla dimensione sarda non sarebbero potute essere tramandate fino ai nostri tempi se non ci fosse stata una struttura di questo tipo pronta a raccogliere e a preservare la loro importanza. La visita all'Archivio è stata senz'altro un’esperienza molto educativa che ci ha permesso, a me e alla mia classe ( 4L liceo scientifico A.Pacinotti ) di approfondire la conoscenza delle origini della nostra isola e grazie all'archivista Giuseppina Catani, che ci ha fatto da guida in questo viaggio nella dimensione sarda settecentesca, a capire realmente la validità culturale di questa istituzione. Quindi invito chiunque volesse solamente saperne di più sulla storia sarda, a recarsi in Archivio dove rimarrà soddisfatto e anche forse sorpreso da tutte le spiegazioni che gli verranno fornite.

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